[…] la sola punizione capace di punire Hitler e di distogliere dal suo esempio i ragazzi affamati di grandezza che vivranno nei secoli avvenire, è una così completa trasformazione del senso di grandezza […] in questo stesso momento ciascuno di noi può dare inizio alla punizione di Hitler nell’interno dell’anima propria, modificando la distribuzione del sentimento di grandezza.
Simone Weil. La prima radice
Queste poche righe sono in memoria del ragazzo afroamericano ucciso a Minneapolis (Minnesota), negli Stati Uniti, pochi giorni fa. E per questa memoria riprendo le parole di Simone Weil. Non le spiego, penso che siano molto chiare. Sono parole incandescenti, che non permettono inganni o mistificazioni del momento presente e della violenza che si trascina dietro. Posso solo dire che al posto di Hitler, in quanto soggetto da punire, metto Trump e il modello che lui rappresenta. Il resto lo affido alla forza di questo testo weiliano, soprattutto la seconda parte dove ci viene detto qual è il punto di partenza e da dove cominciare per dare inizio a questa punizione, modificando il modello la distribuzione del sentimento di grandezza. Questo modello, culturale, economico, politico va ribaltato, questa è la distribuzione del sentimento di grandezza di cui parla Simone Weil. Ribaltare quello stile di vita che è diventato cultura e che nella quotidianità diviene moda, che si appiccica soprattutto su i più vulnerabili e desiderosi di riscatto sociale. Forse, tra questi anche quei violenti e miserabili poliziotti.
Foto di Corriere del Ticino